“ Crescere se è un vero miracolo, è anche un vero dolore. È cambiare, è anche perdersi” P.C Racamier
ADOLESCENZA
L’adolescenza è una fase evolutiva delicata e importante durante la quale nella persona si verificano una serie di radicali trasformazioni fisiche e psichiche. È un’età incerta. Gli stati d’animo sono complessi e contradditori, l’euforia può lasciare presto posto a una profonda malinconia e le passioni, i progetti, durano il tempo di una notte.
Si impone il fondamentale tema della corporeità: i ragazzi devono far fronte a un corpo che si trasforma, che diviene sessuato e che determina un cambiamento rilevante rispetto alla percezione di sé, alla propria identità e alla relazione col mondo. Inoltre, è doveroso aggiungere, che l’adolescente si muove in questa realtà di inedite sfide con un equipaggiamento non del tutto adeguato. Le neuroscienze hanno infatti messo in evidenza come durante questo specifico periodo di vita, il cervello vada incontro a una trasformazione e riorganizzazione. Se da una parte assistiamo a un importante incremento cognitivo con uno sviluppo dei processi che consentono un maggior mantenimento e consolidamento di ciò che si impara, dall’altra, le aree cerebrali addette alla capacità di giudizio e al controllo non sono ancora del tutto mature. Molti studi hanno dimostrato come le aree della corteccia prefrontale, deputate alla regolazione emozionale, alla capacità decisionale e al controllo degli impulsi, siano ancora in fase di costruzionedurante l’adolescenza. Tali evidenze illustrano le motivazioni neurobiologiche di alcuni aspetti peculiari del comportamento in questa età, come l’elevata reattività emozionale, l’impulsività e la sottovalutazione dei rischi.
I CONFLITTI
Siamo soliti considerare l’adolescenza come una fase controversa, periodo di trasgressioni e conflitti. Gli studi di psicologia ci dicono che l’adolescente, impegnato nel difficile compito di definizione della propria identità personale e del proprio sistema di valori, cerca di acquisire sempre più autonomia e emanciparsi dalle figure genitoriali. Tale processo porta a un difficile riconoscimento di sé nel contesto famigliare e a una ridefinizione della relazione con i genitori e con i pari. I conflitti, le provocazioni e la trasgressione alle regole imposte, divengono quindi elementi necessari per acquisire una propria identità e indipendenza.
Eppure sembra esserci una discrepanza con la realtà adolescenziale attuale. Possiamo dire che gli adolescenti che ci ritroviamo ad ascoltare e osservare sembrano meno contestatori e trasgressivi rispetto al passato. Le famiglie sono sempre meno normative e più attente ai bisogni affettivi dei figli. Le regole da infrangere sono diminuite ed è invece aumentata la vicinanza agli adulti di riferimento (anche come abitudini, vestiti ecc..). Lo scontro generazionale sembra essersi attenuato e gli adolescenti di oggi sembrano meno spinti all’autonomia e all’indipendenza e più inclini alla permanenza all’interno della famiglia. Gli adulti, sempre più attenti e preoccupati di creare opposizioni e contrasti che possano dare origine a instabilità adolescenziali, devono tener conto anche dell’importanza del conflitto. È necessario saper affrontare il conflitto poiché, come visto precedentemente, può essere considerato non solo motore della crescita ma anche conferma di aver costruito un rapporto saldo, che il ragazzo può permettersi di sfidare e mettere alla prova perché non ha paura di distruggere.
IL DISAGIO
L’adolescenza è un’età difficile in cui ci si può trovare in difficoltà nell’affrontare compiti evolutivi tipici dell’età e sentirsi non all’altezza delle aspettative. Si può sperimentare un forte senso di inadeguatezza, confusione e malessere.
Come capire allora quando alcune manifestazioni caratteristiche della fase adolescenziale sono da considerarsi indici di un disagio più profondo?
Non esiste una risposta univoca e generalizzabile. È sempre opportuno valutare ogni volta il caso specifico, prestando attenzione a come l’adolescente manifesta il proprio disagio. Spesso ciò avviene attraverso le azioni e il corpo (ritiro sociale, abitudini alimentari sregolate, comportamenti aggressivi, atti di autolesionismo ecc..). È necessario individuare quali sono i motivi soggettivi che generano la situazione di difficoltà, facendo riferimento alla tematica (identitaria, corporea, relazionale ecc..) e alla sofferenza individuale riportata.
È importante mostrare disponibilità all’ascolto dei sentimenti dei ragazzi e delle loro inquetudini accogliendo i tentativi di comunicazione nei momenti in cui ne avvertono la necessità.