Illustrazione di Henn Kim
A che punto siamo?
In questi mesi ci siamo sentiti sopraffatti dall’eccezionalità e della portata di questo momento storico, sconvolti nel nostro presente e preoccupati per le ripercussioni di tale situazione nel futuro.
È stata necessaria una ridefinizione dei confini, una riorganizzazione lavorativa e delle abitudini personali. In queste nuove condizioni, che ci è stato chiesto di rispettare, ognuno di noi ha sperimentato e gestito vissuti emotivi differenti.
Alcune persone hanno sfruttato il tempo della quarantena per impegnarsi in attività tralasciate, portare a termine progetti, mettere alla prova la propria creatività. Altri invece non sono riusciti a beneficiare di questo tempo per dedicarsi al lavoro o altro. C’è chi ha riportato importanti difficoltà di concentrazione, irritazione e un certo grado di frustrazione nel trovarsi di fronte l’ennesimo consiglio, ricetta o workout. Chi ha avvertito il senso di colpa per non riuscire a sfruttare in modo ottimale quel tempo “in più” spesso agognato e chi ha vissuto in un continuo oscillare tra imperativi autoimposti e procrastinazione. C’è anche chi di tempo non ne ha avuto e meriterebbe una riflessione a parte.
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