La fibromialgia è una condizione clinica conosciuta da tempo, ma che solo recentemente è stata riconosciuta a livello formale da parte della comunità scientifica.


È una malattia reumatica caratterizzata da dolore cronico e diffuso a carico di ossa, articolazioni e muscoli, associato ad altri disturbi come astenia (spossatezza, stanchezza, mancanza di energie), disturbi del sonno, acufeni, mal di testa e dolore facciale, parestesie (sensazione di formicolio, di intorpidimento, di spilli o aghi che pungono), disturbi della sfera sessuale, ansia e depressione. I sintomi variano nel tempo e risentono di numerosi fattori esterni  (climatici, ormonali, psicologici ecc..) che sono in grado di provocarne un peggioramento.

La  sua prevalenza è compresa tra il 2-3% fino all’ 8%, è più frequente nelle donne ed è più comunemente diagnosticata in persone di età compresa tra i 20 e i 50 anni.

Le cause

Tale patologia risulta complessa e controversa a causa di differenti fattori: i sintomi clinici sono spesso sovrapponibili con altre malattie e tendono a variare nel tempo, non esistono esami specifici per la diagnosi che si basa sull’esclusione di altre condizioni similari,  non vi è ancora un consenso unanime tra gli specialisti riguardo al tipo di trattamento e alla patogenesi della condizione.

I numerosi dati presenti in letteratura tuttavia permettono di fare alcune ipotesi  riguardo l’origine della malattia.

  • In molti casi all’esordio della fibromialgia può essere individuato un evento scatenante come un trauma psichico o fisico così come una malattia infettiva di tipo virale (es. mononucleosi ).
  • Pur non essendo noti i meccanismi della trasmissione, sembra esserci un certo grado di familiarità della malattia.
  • È presente una disregolazione nei meccanismi della modulazione del dolore:un malfunzionamento di alcune aree cerebrali che porta ad una errata interpretazione degli stimoli dolorosi.

Cosa fare?

Il reumatologo è il medico più adatto a capire se si tratta realmente di fibromialgia e che può dare le informazioni utili per le cure disponibili. La terapia ha come scopo quella di ridurre la gravità dei sintomi poiché al momento non esiste un trattamento che provveda alla loro completa remissione.  L’approccio multidisciplinare sembra essere  maggiormente appropriato per questa patologia che presenta una sintomatologia multiforme.


Il programma di cura include un intervento farmacologico e uno non farmacologico. Per quanto concerne il primo, spesso si fa ricorso a antidepressivi (SNRI) che sembrano avere (seppur in maniera limitata) degli effetti sul dolore e sui disturbi del sonno.   Secondo la letteratura più recente duloxetina e milnacipran sembrano essere  farmaci più efficaci nel ridurre l’intensità del dolore. La terapia farmacologica deve in ogni caso essere affiancata da altri interventi di natura fisioterapica, alimentare, psicologica nonché a attività di aerobica dolce, idroterapia ecc…

Che ruolo giocano i fattori psicologici?

La fibromialgia ha spesso un impatto negativo sulla quotidianità e sul funzionamento delle persone che ne soffrono.  Gli aspetti emotivi nella fibromialgia assumono una rilevanza notevole non solo dal punto di vista degli stati psicologici ma soprattutto per la sovrapposizione di questi con gli stessi meccanismi biologici della malattia. In alcuni individui condizioni di stress o sofferenza emotiva protratta a lungo e condizioni di dolore cronico si intrecciano e si influenzano reciprocamente. È importante sottolineare come diverse ricerche hanno messo in luce la sovrapposizione a livello neurale tra dolore somatico e dolore emotivo.

 

Il corpo malato

Il corpo malato impone un cambiamento nella vita della persona, ponendosi come ostacolo non solo alle attività quotidiane, alle relazioni interpersonali ma anche alla propria progettualità. Chi patisce una patologia fisica vive una sorta di scissione tra sé e il proprio corpo, tra la propria volontà e i limiti imposti dalla propria corporeità.

I soggetti che sperimentano questa condizione vivono un costante riposizionamento sul proprio corpo, una focalizzazione degli stati enterocettivi che porta a una chiusura nel rapporto con il mondo esterno a favore di un’inevitabile isolamento.

La psicoterapia deve essere considerata come sostegno alle cure mediche e non come alternativa alle stesse. Il fine è quello di garantire un supporto emotivo nei momenti di maggiore difficoltà, aiutando la persona a raggiungere una maggior consapevolezza di quali sono gli aspetti ansiosi o stressogeni che possono aggravare le condizioni della malattia.

Per ulteriori informazioni: https://www.osservatoriomalattierare.it/fibromialgia

Ricevo su appuntamento a Vigevano 
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BIBLIOGRAFIA

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Dott.ssa Sara Bertoncini La fibromialgia