Secondo il DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura che raggiungono il picco in pochi minuti accompagnati da sintomi somatici e cognitivi come:

  • Palpitazioni
  • Tremori
  • Sensazione di soffocamento
  • Nausea
  • Sensazioni di vertigine, di instabilità o di svenimento
  • Paura di perdere il controllo
  • Paura di impazzire
  • Paura di morire

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È probabile che ad ognuno di noi sia capitato di preoccuparsi, in maniera eccessiva, nell’avvertire un dolore inaspettato o una sensazione insolita e temere in alcuni momenti di avere o poter contrarre una malattia.

Per alcune persone tale timore può divenire una paura sistematica e prolungata, di un’intensità tale da assumere caratteristiche ossessive. In questi casi la negatività dei referti diagnostici e le rassicurazione dei professionisti permettono una tranquillità provvisoria che ben presto lascia posto a nuovi timori.

Questa smoderata e infondata ansia per la propria salute si accompagna a un’iperfocalizzazione su segnali corporei innocui o di lieve intensità, che sono vissuti dalla persona come avvisi di grave malattia con conseguenti ruminazioni sulla patologia.

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Fasi depressive più o meno rilevati  possono subentrare in momenti particolarmente critici del ciclo di vita o manifestarsi in seguito ad eventi fortemente stressanti.

Se si parla in termini sintomatologici e clinici, la malinconia (intesa come stato d’animo contrassegnato da profonda tristezza) può in alcuni casi assumere forme più marcate alterando  radicalmente l’esperienza del soggetto e raggiungere un’intensità tale da rendere la manifestazione psichica patologica.

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La fibromialgia è una condizione clinica conosciuta da tempo, ma che solo recentemente è stata riconosciuta a livello formale da parte della comunità scientifica. È una malattia reumatica caratterizzata da dolore cronico e diffuso a carico di ossa, articolazioni e muscoli, associato ad altri disturbi come astenia (spossatezza, stanchezza, mancanza di energie), disturbi del sonno, acufeni, mal di testa e dolore facciale, parestesie (sensazione di formicolio, di intorpidimento, di spilli o aghi che pungono), disturbi della sfera sessuale, ansia e depressione. I sintomi variano nel tempo e risentono di numerosi fattori esterni  (climatici, ormonali, psicologici ecc..) che sono in grado di provocarne un peggioramento.

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L’ansia, insieme alla depressione è senza dubbio uno degli argomenti di ordine psicologico più discussi al giorno d’oggi. Negli ultimi anni il termine è entrato a far parte anche del nostro linguaggio comune acquisendo nel tempo un senso molto ampio.

L’ansia può essere considerata come uno stato di apprensione e agitazione provocato dall’incertezza circa il conseguimento di un bene sperato o dalla minaccia un male temuto. Possiamo senz’altro dire che tale stato d’animo è, in forma più o meno accentuata, comune a tutti. La psicologia di stampo evoluzionista si riferisce all’ansia come un fenomeno universale, una componente inevitabile della vita che ha una funzione adattiva per la specie e per il singolo, poiché considerata uno stato di allarme associato alla consapevolezza di un pericolo che minaccia.

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